La balestra di Villamagna
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- Scritto da Michele Turchi
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Un leone, le chiavi, un giglio e una balestra. Sono gli elementi che compongono l'insegna della Lega del Bagno a Ripoli, da cui deriva lo stemma del nostro Comune. Ma ne conosciamo il significato?
Torno con queste brevi note sullo stemma del Comune di Bagno a Ripoli, al quale ho recentemente dedicato uno studio monografico (Il leone, la balestra e le chiavi di san Pietro. L’insegna del Bagno a Ripoli, dalla lega al comune moderno, Pagnini editore, 2015).
Lo faccio perché nei due post precedenti (uno e due) non avevo spiegato il significato dei simboli raffigurati nell’insegna della Lega del Bagno a Ripoli – del quale esiste un esemplare del XV secolo, scolpito a bassorilievo nell’ex palazzetto pretorio del Capoluogo – e dal quale deriva lo stemma moderno.
Allora come adesso la figura centrale era costituita da un leone, nel Medioevo piuttosto comune, che richiama il Marzocco, simbolo di forza e indipendenza del comune di Firenze e come tale concesso ai centri sotto la sua giurisdizione. Il leone era accompagnato da altre tre figure, che molto probabilmente identificano i territori delle tre pievi che formavano la Lega: le chiavi, il giglio e la balestra.
Le chiavi incrociate sul portale della Pieve di San Pietro a Ripoli
Le chiavi incrociate sono il più tipico attributo di san Pietro, e ancora si vedono scolpite sull’architrave del portale d’ingresso della pieve di San Pietro a Ripoli.
Il giglio, candido fiore allegoria della purezza che il leone tiene tra le branche anteriori, viene in genere associato alla figura della Vergine e in questo caso rappresenta la pieve di Santa Maria all’Antella.
Una Madonna con gigli in una ceramica robbiana
Più difficile, almeno a prima vista, il collegamento della balestra con la pieve di San Donnino a Villamagna. In questo caso più che la figura di san Donnino, santo titolare della pieve, è chiarificatrice la presenza del toponimo “parlante” Poggio Balestrieri, sulla sommità del quale sorge la colonica del podere «alla Balestriera», che già nel 1338 troviamo documentato con questa denominazione.
Lo stemma del notaio ser Giovanni Lacchi da Villamagna
Ce ne dà ulteriore conferma il Priorista Chiari, blasonario datato 1630 conservato nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Vi si trova infatti rappresentato lo stemma del notaio ser Giovanni Lacchi da Villamagna, nel quale è rappresentata come figura principale una balestra.
Sarebbe dunque da rivedere la “tradizione” – peraltro mai provata dai documenti – secondo la quale i balestrieri di Ripoli erano particolarmente famosi e ammirati per l’abilità e la precisione. Si dovrebbe parlare, piuttosto, di balestrieri di Villamagna!
Michele Turchi